sabato 7 ottobre 2017

Come leggere il codice sulle uova?

Come leggere codice tracciabilià uova?
Le UOVA sono uno degli alimenti più antichi. Già gli Egiziani, da testimonianze dell'epoca, adoperavano le uova allevando pollame. Nei secoli l'uovo è rimasto pressoché invariato nella forma e nel contenuto, ciò che cambia è il metodo di allevamento, il colore e la conservazione.

Partiamo dalla fine, le uova pur essendo un prodotto molto diffuso, risultano tra gli alimenti più deperibili, e per questo motivo vanno tassativamente conservate in frigorifero
Il colore delle uova, parliamo del guscio e tuorlo, può variare in base alla razza delle galline e dai mangimi con cui si nutrono. Detto questo le proprietà nutritive e quelle sensoriali non vengono intaccate. L'uomo può intervenire sui mangimi o incroci di razze per modificare questi colori, potrà apparire strano ma lo fanno per farcele apparire più attraenti!

Come si allevano oggi le galline? Purtroppo, e vedremo poi perchè, ci sono più modi come evidenziato nella foto sotto:

Per questo motivo dal 2004 è obbligatorio stampare sul guscio delle uova in commercio il codice di tracciabilità o “etichetta” che serve a ripercorrere l’intera storia dell’uovo che stiamo per consumare.

Come leggere il codice di tracciabilità sulle uova?

Il primo numero - tipologia di allevamento delle galline che va da 3 a 0
tipologie allevamento galline uova
3 - Allevamento a batteria, ovvero in gabbia di filo di ferro alte almeno 40/50 cm, con una superficie di 750 cm² per singola gallina (circa 14 per m²) - D.lgs 267/2003 (benessere animale avicolo). Gli animali non hanno libertà di movimento, e trascorrono la loro vita in queste gabbie e depongono le uova sul fondo. I posatoi per deporre le uova hanno una larghezza di 15 centimetri, e le gabbie possono essere impilate da 4 a 6 ordini. Ogni animale ha a disposizione delle vaschette per l’acqua e il mangime su una lunghezza di circa 10 cm. La luce artificiale viene utilizzata a cicli e non in continuo, in modo tale che l'animale possa riposare dopo ogni periodo di attività.

Inoltre la raccolta delle uova non è manuale ma meccanico, vengono convogliate verso i macchinari di confezionamento tramite un nastro trasportatore che passa sotto le gabbie.

Per farla breve è un'attività molto discutibile con sofferenza dell'animale e qualità del prodotto inalterato rispetto ad altri metodi. Infatti alcune catene di supermercati si sono rifiutate di vendere le uova provenienti da allevamenti di questa tipologia.

2 - Allevamento a terra, le galline ovaiole sono tenute in grossi capannoni sul terreno nei quali gli animali possono muoversi “liberamente”. Questa dicitura "a terra" andrebbe rivista perché le condizioni degli animali non sono assolutamente quelle nel nostro immaginario e creano confusione nel consumatore. 
Possono esserci massimo 7 galline per m², sul pavimento del pollaio deve esserci sparso per almeno un terzo della sua superficie con granaglie che permettano alle galline di beccare e razzolare. 
La covata delle uova si svolge in nidi comuni, il mangime e l’acqua sono disposti in vaschette di dimensioni simili all’allevamento in batteria.

1 - Allevamento all’aperto, nell'ambito commerciale intensivo è quella che garantisce maggior rispetto per le galline ovaiole, che hanno a disposizione una stalla con le stesse caratteristiche dell’allevamento a terra, ma gli animali possono uscire dal locale coperto verso uno spazio all’aperto e viceversa, di solito per una parte della giornata. 
Per ogni ettaro a cielo aperto possono esserci un massimo di 2.500 galline, quindi 4 m² per singolo animale.

0 - Allevamento di tipo biologico, utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica (senza concimi chimici di sintesi e prodotti fitosanitari), costituito principalmente da cereali e mais. Le galline razzolano all’aperto liberamente su terreno naturale, devono avere a disposizione piccoli stagni nei quali poter sguazzare, e nel pollaio sono presenti anche dei galli.


Le seconde due lettere - il paese d’origine delle uova

La seconda combinazione del codice di tracciabilità riporta due lettere che indicano il paese d’origine delle uova (Esempio. “IT”), corrisponde all’Italia.
Seguono tre numeri - codice ISTAT del comune dell'allevamento

La terza parte corrisponde al codice ISTAT del comune di appartenenza dell’allevamento


Ancora due lettere - Sigla provincia dell'allevamento

Corrisponde alla sigla della provincia (Esempio. “NA” = Napoli)


Ultime tre numeri - Codice identificativo ASL dell'allevamento

L’ultimo numero progressivo di 3 cifre è l'identificativo dell’allevamento di provenienza delle uova, assegnato dall'ASL (Esempio richiesta documenti richiesti per l'allevamento Regione Marche), è un codice univoco che permette di risalire immediatamente e senza ambiguità all'allevamento. Questo è importantissimo in caso di problemi sanitari.
codice tracciabilià stampato sulle uova
Oltre a questo codice obbligatorio, possiamo trovare stampate sull'uovo ulteriori informazioni come:

- Ulteriori due cifre (Esempio. “V3”) che stanno a indicare il gruppo di galline da cui provengono le uova.

- La data di deposizione delle uova (Esempio. “Dep 29-09”)

- La data di scadenza delle uova (Esempio. “Entro 27-10”)

Per completezza, esiste anche un'etichetta che si trova sulle confezioni delle uova, dove è possibile trovare ulteriori informazioni:
etichetta confezione uova
Qualità e freschezza

Categoria A - uova fresche, commercializzate entro il nono giorno dall'imballaggio possono essere consumate anche senza lavarle. La camera d’aria delle uova della categoria A non deve superare i 6 millimetri di altezza e di 4 millimetri per quelle che rientrano nella dicitura "EXTRA" fresche usata solo per le uova di categoria A, commercializzate entro il settimo giorno dall'imballaggio. 
Le uova di categoria A sono suddivise anche in classi di peso:

XL Grandissime: 73 g e più
L Grandi: da 63 g a 73 g
M Medie: da 53 g a 63 g
S Piccole: meno di 53 g

CATEGORIA B - uova di seconda qualità o conservate, non destinate alla grande distribuzione, ma alle industrie di trasformazione alimentare (maionese e prodotti dolciari, pastifici, dove verranno utilizzate previa pastorizzazione) o a quelle non alimentari. Non c’è obbligo di etichettatura per questa categoria di uova, ma i lotti devono essere distinguibili con etichette o fasce di colore rosso.

CATEGORIA C - uova declassate destinate all'industria, a partire dal 1° gennaio 2004 questa classe scompare perché rientrante nella categoria B.

Per mangiare prodotti sani e rispettare il più possibile gli animali e l'ambiente, tocca trasformarci in piccoli investigatori e studiare gli alimenti e la loro legislatura. Per poi affidarci a una stringa di numeri e lettere sperando di aver fatto la scelta giusta e che il codice corrisponda al vero.

L'epoca dell'uovo fresco della nonna sembra ormai lontano anni luce.

Non resta che prestare attenzione acquistare uova il più fresche possibili, biologiche, allevate all'aperto e magari anche chilometro 0. Altrimenti evitarne il consumo completamente?

Chissa personalmente se avessi la nonna andrei sempre li, ...buona frittata!

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